Campagna per la riconquista della scuola, l’universo e tutto quanto



Intro: “3…2…1…”

Negli ultimi due mesi la fantasia ha brillato.
Ovunque sono apparse opinioni e proposte sulla scuola del futuro. Molti interventi hanno elogiato la Didattica A Distanza come un’autostrada spianata verso il paradiso dell’istruzione.

Tra le voci che hanno preso posizione mancano di fatto, quelle del corpo insegnante e dell’intera popolazione scolastica. Forse perché manca una voce decisa per affermare qualcosa di differente.
Tappat* in casa, la quarantena non ci ha impedito di confrontarci: abbiamo continuato a riflettere, cercando di scoprire e sviluppare pratiche di resistenza scolastica anche quando siamo statu costrettu fare il nostro lavoro da dietro uno schermo.
Ma adesso sentiamo il bisogno di uscire. Siamo lavorat* della scuola: iniziamo dai suoi muri a riprenderci lo spazio. Il 19 maggio, affiggeremo sui cancelli delle scuole dei cartelli che sintetizzano le riflessioni di questi mesi. Le abbiamo riassunte in 7 punti e 7 slogan, in modo che siano immediati. Nella convinzione che degli slogan non possano essere sufficienti, mettiamo a disposizione questa pagina per illustrare meglio i contenuti che abbiamo sintetizzato.

È l’universo che vogliamo: chi come noi vive la scuola come un luogo per far sentire la propria voce, può unirsi alla nostra campagna iniziando dalle scuole vicino casa (se volete evitare multe potete anche limitarvi al vostro pianeta, o al massimo alla galassia se avete dei parenti lontani).

In questa pagina ci sono i punti che sintetizzano le riflessioni di questi mesi: scritti su dei cartelli li stiamo attaccando sui muri delle scuole.

Il 19 maggio affiggeremo questi cartelli sulle scuole che si trovano vicine alle nostre case.

Pensiamo che questa possa essere una campagna replicabile. In fondo basta poco: qualche foglio, dei pennarelli e un cellulare per scattare una foto. Invitiamo chiunque a partecipare all’iniziativa.
Sentiamoci, confrontiamoci, condividiamo prassi e riflessioni: e poi mandiamole in strada, mandiamole in orbita!

Questa campagna la stiamo conducendo in collaborazione con il Coordinamento Precari/ie Scuola Bologna



No al verticismo emergenziale
Del Governo, della Ministra, della Dirigenza Scolastica.

Il momento drammatico è diventato un alibi che ha permesso di prendere decisioni sulla scuola e tramutarle in decreto evitando qualunque consultazione. Con la scusa dell’efficienza e nell’impossibilità di riunire gli organi di democrazia scolastica, molte scelte sono state prese dalla dirigenza senza alcun dibattito. Non vogliamo che cambiamenti forse definitivi vengano avviati senza consultare chi nella scuola vive, studia e lavora. Non vogliamo rinunciare in alcun modo alle forme di democrazia presenti nella scuola, le uniche che hanno legittimità di esprimere un indirizzo a proposito della didattica. Vogliamo riprenderci la nostra voce!



Per essere pront@ a Settembre
Riaggiornamento delle graduatorie e stabilizzazione di precari/e.

La ministra Azzolina ha deciso di non riaprire le graduatorie di terza fascia, la cui apertura era attesa in questi mesi. Così facendo si impedisce l’accesso al lavoro a migliaia di persone e si complica l’avvio del prossimo anno scolastico. Siamo al paradosso: dobbiamo offrire milioni di videolezioni al giorno, ma non abbiamo un portale adeguato per inviare un modulo.
Inoltre, il ministero ha deciso di condurre un concorso a prove in presenza tra luglio e ottobre (un concorso che molt* insegnanti precari aspettavano da anni!). Sono in molti a chiedere alla Ministra di bandire un concorso straordinario basato sull’esclusiva valutazione dei titoli, per stabilizzare chi da anni già lavora in modo precario come insegnante della scuola.



Nessun@ rimanga indietro
Più fondi per educatrici, educatori, insegnanti di sostegno, di italiano L2 e in compresenza.

La situazione degli/lle studenti in difficoltà è stata considerata di secondo piano. Non può essere così: la scuola è un luogo di inclusione, che rappresenta per molte persone uno dei pochi luoghi di socialità e partecipazione. La presenza di educatori/trici, insegnanti di sostegno e di italiano L2 non è accessoria, ma un pilastro fondamentale della vita scolastica. Chiediamo la stabilizzazione del personale e più fondi stanziati per le situazioni di fragilità.



Torniamo a scuola in sicurezza
Classi meno numerose e più insegnanti. Il diritto all’istruzione e alla salute vanno di pari passo.

La vera sicurezza in classe è una condizione che dipende da fattori anzitutto numerici: le classi troppo affollate erano un problema anche in precedenza. Per ovviare a questo problema una delle prime e più semplici soluzioni è l’assunzione di più insegnanti. Riteniamo che per una riapertura in sicurezza siano anche necessarie più strutture, ma allo stesso tempo sentiamo anche l’esigenza di ripensare il modo in cui gli spazi sono ideati, trovati, organizzati.



La classe è di chi l’abita
La didattica in presenza non è sostituibile.

La presenza fisica in classe è un fattore imprescindibie dell’insegnamento perché consente una crescita collettiva. Stare in classe in presenza è la condizione che consente una comunicazione ricca, autentica, complessa ed è fondamentale per una didattica che sia realmente di gruppo. Ciò tutela in primo luogo chi è più fragile. Pensare di introdurre stabilmente la didattica a distanza in sostituzione (anche solo parziale)di quella in presenza è solo l’ennesimo tentativo di risparmiare denaro sacrificando la qualità della scuola.



No ai voti
Basta con l’ansia valutativa.

La valutazione non è che una parte del processo didattico, serve all’insegnante per sondare l’effetto del proprio lavoro, comprendere i dubbi di studentesse e studenti ed eventualmente correggere il tiro. E serve a studentesse e studenti che col tempo imparano a conoscere se stess*, le prorie debolezze e i punti su cui far leva in condizioni di difficoltà. La scuola, specialmente negli ultimi anni, ha sviluppato una vera e propria ossessione nei confronti dell’espressione in voti della valutazione. Questa condizione è inaccettabile, lo era prima dell’emergenza, lo è a maggior ragione in questo momento, in cui non ci sono le condizioni materiali per una valutazione sensata.



Alla riconquista dello spazio (virtuale)
No all’utilizzo delle piattaforme delle Corporation dell’hi-tech come Google, Microsoft, Amazon.

La cieca fiducia che il ministero ripone in piattaforme come Google, Microsoft, Amazon è quantomeno allarmante. Tali piattaforme non solo non offrono alcuna garanzia rispetto all’uso dei dati personali, ma lucrano sul loro utilizzo. Non è un caso che in altri stati del mondo il loro utilizzo venga proibito a scuola. Vogliamo essere liber* rispetto allo strumento didattico da utilizzare. Chiediamo che per l’anno venturo si predispongano tutti i provvedimenti che garantiscano la libertà dell’insegnamento e la tutela di insegnanti e student*.