Siamo persone che lavorano nel campo dell’insegnamento e dell’educazione. Maestri di scuola primaria e dell’infanzia, professoresse delle medie e delle superiori. Figure educative dipendenti di enti e cooperative sociali. Persone immerse in una pluralità di percorsi e di esperienze pedagogiche ed educative. Conosciamo la precarietà e la combattiamo.
Nei nostri luoghi di lavoro operiamo per contrastare le discriminazioni razziste, sessiste e sociali, la competizione e l’esclusione, l’omologazione culturale e l’autoritarismo, sia nella didattica, sia nella nostra condizione lavorativa.
Ogni insegnante e ogni figura educativa può fare molto perché la scuola pubblica agisca da presidio fondamentale contro le disuguaglianze che si impongono nella società. Per questo quotidianamente lavoriamo per promuovere in ogni classe e tra colleghe e colleghi esperienze di inclusione, di uguaglianza, di solidarietà, di libera espressione creativa, anche se il contesto che ci circonda valorizza la competizione e produce isolamento. Le spinte a fare della scuola un luogo di selezione e di formazione funzionale al sistema produttivo sono fortissime. D’altronde la precarietà per prima crea isolamento, discontinuità, frammentazione e disuguaglianza. Pensiamo però che sia possibile invertire questa tendenza.
La scuola e tutti gli spazi educativi non operano in un mondo a parte, ma sono calati sia in un contesto politico nazionale, sia nella realtà materiale e sociale dei quartieri cittadini in cui si collocano. La nostra esperienza come gruppo di insegnanti, educatrici ed educatori nasce da un atto di solidarietà a XM24, minacciato di sgombero. Vogliamo mettere in luce il filo rosso che lega il nostro lavoro quotidiano e il ruolo degli spazi pubblici autogestiti, luoghi di creatività culturale, preziosi presidi contro discriminazioni e disuguaglianze.
Con il nostro lavoro possiamo contribuire a creare nei quartieri nuove relazioni, nuove esperienze di socialità e di aggregazione dal basso di cui tutte e tutti abbiamo bisogno.
Vogliamo uscire dal senso di disagio e impotenza che si prova quando ci si sente sole e soli in contesti che possono diventare di indifferenza, se non di ostilità, all’interno di istituzioni educative sempre più dominate dalla burocrazia, dallo sfruttamento, da gerarchie contrattuali, dal condizionamento della didattica.
La nostra rete vuole mettere in condivisione saperi, pratiche, contatti, esperienze, percorsi comuni meticci e trasversali. Vuole cercare, creare e offrire strumenti e risorse per essere sempre più in grado di agire e reagire non solo individualmente, ma anche e soprattutto collettivamente.